I LONGOBARDI
Fonti: visita guidata al
Museo Civico di Cuneo,
grazie all'ausilio dell'archeologia sperimentale.
Museo Civico di Cuneo,
grazie all'ausilio dell'archeologia sperimentale.
BREVE INTRODUZIONE ALL' ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE:
L'archeologia sperimentale è una disciplina, a supporto dell'archeologia tradizionale, che indaga sulle tecnologie dell'uomo del passato utilizzando il seguente metodo:
- Studio ed analisi dei reperti archeologici e degli aspetti socio-economici e ambientali che caratterizzano la cultura esaminata.
- Ricostruzione delle opere materiali del passato, per mezzo delle le tecniche allora in uso e il test del loro funzionamento e/o utilizzo.
- Rilevazione, analisi ed elaborazione di tutti i dati oggettivi e soggettivi emersi durante l'intero lavoro.
LE ORIGINI:
LA LORO STORIA
Questo popolo è probabilmente di origine scandinava. Già nel I secolo d.C. erano comparsi lungo il corso inferiore dell'Elba e poi, un secolo più tardi, nei territori del Danubio. Nei trecento anni seguenti non si parlò più di loro. Alla caduta l'Impero Romano di Occidente occuparono parte della Pannonia e del Norico (corrispondente all'attuale Austria). Divenuti cavalieri seminomadi e convertiti al cristianesimo ariano, aiutarono i Bizantini nella riconquista dell'Italia, ma vennero poi cacciati dal generale bizantino Narsete. Incalzati dagli Avari, un altro popolo della steppa, nel 568 abbandonarono la regione e si incamminarono verso l'Italia. Si trattò della massiccia migrazione di un intero popolo, circa 200000 persone di etnie diverse, preceduto da una potente avanguardia militare la quale in meno di due anni occupò una vasta area dell'Italia settentrionale.
La convivenza con gli autoctoni fu difficile a causa della ferocia dei conquistatori che erano anche legati all'arianesimo e non avrebbero abbracciato totalmente il cattolicesimo fino al VII secolo.
I longobardi si istallarono in una regione fortemente romanizzata e vennero progressivamente assorbiti da questo tipo di cultura. La fusione tra i popoli non fu però a senso unico: essi conservarono a lungo i loro nomi e la toponomastica delle zone abitate dai barbari porta ancora tracce della loro occupazione; importante fu anche l'apporto linguistico agli idiomi volgari. |
La religione giocò anche un ruolo importante: la conversione dei barbari al cattolicesimo contribuì ad avvicinare le popolazioni e favorì i matrimoni misti.
Oltre che nel Nord Italia i longobardi si installarono nei ducati di Benevento e Spoleto.
Nel 764 con la capitolazione di Pavia terminò il dominio longobardo in Italia e Carlo Magno cinse la corona ferrea dei sovrani longobardi assumendo il titolo di re dei Franchi e Longobardi.
Oltre che nel Nord Italia i longobardi si installarono nei ducati di Benevento e Spoleto.
Nel 764 con la capitolazione di Pavia terminò il dominio longobardo in Italia e Carlo Magno cinse la corona ferrea dei sovrani longobardi assumendo il titolo di re dei Franchi e Longobardi.
LE NECROPOLI:
UNA FONTE PREZIOSISSIMA
Per quanto riguarda la zona piemontese, la maggior parte di ciò che sappiamo riguardo ai Longobardi è grazie alle necropoli, cioè i luoghi di sepoltura. Nelle tombe che erano semplici fosse scavate nella terra sono stati rinvenuti numerosi reperti di tutti i tipi. Le loro abitazione erano infatti costruite con materiali semplici (legno, paglia, fango) e quindi si sono degradate nel tempo fino a scomparire.
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Nelle tombe veniva posto, insieme al cadavere del defunto, un corredo funebre che , secondo la classe sociale d'appartenenza e la ricchezza dell'individuo, poteva variare da gioielli, a spade e scudi oppure poteva non essere presente, come per quanto riguardava i servi.
In alcuni casi, come a Collegno, dove sono state ritrovate 157 tombe disposte linearmente, veniva sepolto insieme al padrone anche il cavallo, segno che l'uomo doveva essere un cavaliere. Nei corredi di questi ultimi si può anche trovare il resto dell'attrezzatura utilizzata, come vedremo più avanti. Se invece ci trovassimo di fronte a un ricco corredo, comprensivo di gioielli, quali anelli, fibule preziose, collane e bracciali, e magari con altri oggetti di uso comune, come un fuso, allora dedurremmo che la tomba sia di una donna appartenente a una prestigiosa famiglia.
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I corredi scomparvero gradualmente negli anni, a causa dell'avvento del Cristianesimo, la cui filosofia di vita era in netto contrasto con quella originaria dei Longobardi. La sobrietà imposta dal Cristianesimo porta dunque alla fine della tumulazione con corredo.
La più grande necropoli italiana è quella venuta alla luce nel 2011, a Sant'Albano Stura, nel cuneese, durante gli scavi effettuati per la costruzione dell'autostrada. La necropoli include circa 800 tombe.
In questo caso sono stati trovati pochissimi resti di ossa umane a causa dell'alto tasso di acidità del terreno. |
IL MODO DI VESTIRE
I longobardi erano soliti indossare tuniche lunghe fino al ginocchio e strette a vita da una cintola a cui venivano ancorati tutti gli attrezzi necessari al lavoro o alla cura della persona: piccole forbici e cesoie, pettini, coltelli e borselli per contenere erbe e spezie. I calzari erano in pelle e venivano fissati alla gamba per mezzo di lacci avvolgenti il polpaccio.
Gli uomini indossavano anche protezioni in cuoio e un fodero per la spada: non era raro vederli anche portare i tipici scudi rotondi, finemente decorati, e gli elmi in bronzo. Una delle armi più diffuse era lo scramasax, un lungo coltellaccio dai molti usi. Le donne erano solite coprirsi il capo con un velo o una sorta di cappuccio. |
Molto sofisticata era la loro tecnica di fabbricare i gioielli.
I materiali più utilizzati erano il l'oro, il rame, gli smalti e le pietre preziose. Questi andavano a costituire splendide fibule o gioielli raffinati. Le fibule potevano assumere la forma di animali, croci o motivi di fantasia.
I materiali più utilizzati erano il l'oro, il rame, gli smalti e le pietre preziose. Questi andavano a costituire splendide fibule o gioielli raffinati. Le fibule potevano assumere la forma di animali, croci o motivi di fantasia.
Tra tutti il più famoso è la Corona ferrea, conservata nel duomo di Monza, dentro la quale si pensa sia incastonato un chiodo della croce di Gesù.
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